Resi: il 75,6% dei consumatori italiani pensa che il reso debba rimanere gratuito

  • Il reso a domicilio è il metodo prediletto dai consumatori italiani, con una percentuale media del 47%.
  • La categoria dell’abbigliamento resta quella con il maggior numero di resi con 8,4 prodotti su 9.
  • L’introduzione di una quota sul reso online porterebbe il 33,2% dei consumatori ad effettuare il reso in negozio.

Bilanciare i costi dei resi e, allo stesso tempo, soddisfare le aspettative dei consumatori – questa è una delle nuove sfide per le aziende online.
Sorge spontanea una domanda: come possono le aziende raggiungere tali obiettivi apparentemente in contrasto? Puntando sui resi flessibili e fornendo un servizio personalizzato, così risponde Packlink nel nuovo report “The Ecommerce Delivery Benchmark Report 2024“,

Per garantire un servizio di reso efficiente, il primo passo è comprendere come i consumatori cercano di restituire i prodotti.

I metodi di reso prediletti dai consumatori

I metodi utilizzati per effettuare il reso di un articolo ordinato online sono essenzialmente quattro: self-service online, ritiro da parte del corriere (reso a domicilio), riconsegna in un punto ritiro, resi in negozio.

Tra questi, il reso a domicilio risulta essere il metodo prediletto dai consumatori italiani, con percentuali che vanno dal 43% al 51% tra le diverse categorie merceologiche. Dall’altro lato, invece, il reso in negozio e il self-service online sono le opzioni meno usate, entrambe tra il 10% e il 20%.

Prendendo in considerazione gli acquisti degli italiani negli ultimi 12 mesi, la categoria dell’abbigliamento risulta essere quella in cui viene effettuato un maggiore numero di resi, con 8,4 prodotti su 9; mentre i prodotti della categoria “Fai da te e giardinaggio” rappresentano la percentuale minore di reso, con 2,5 prodotti su 9.
Inoltre, tra i resi effettuati negli ultimi 12 mesi, la categoria dell’abbigliamento rappresenta anche quella maggiormente acquistata online con un 55,1%, seguita dagli elettrodomestici con un 54,8%.

Resi online gratuiti in calo

Nell’ultimo anno, Ie politiche dei resi sono cambiate. Infatti, restituire prodotti acquistati online spesso non è più un servizio gratuito, poiché comporta dei costi per le aziende (circa 32€ per reso). Inviare un prodotto, inoltre, ha anche un grande impatto a livello ambientale.

Tuttavia i consumatori non accettano di buon grado queste variazioni di prezzo e il 75,6% di essi pensa che il reso dovrebbe rimanere gratuito.

Si deve poi considerare che la disponibilità a pagare per i resi dipende in modo significativo dal contesto e dal possibile vantaggio correlato.
In particolare, oltre la metà dei Gen Z è disposta a pagare per un reso rapido e senza problemi e questo rende questi consumatori tre volte più propensi a farlo rispetto ai Boomer.

Per questa ragione, alcuni brand decidono di rendere il reso gratuito solo se effettuato in negozio direttamente dal consumatore oppure se quest’ultimo è iscritto al programma fedeltà.

Dallo studio di Packlink emerge che l’introduzione di una tassa sul reso online porterebbe il 33,2% dei consumatori ad effettuare il reso in negozio per evitare questo ulteriore costo.

“I nostri risultati sottolineano l’importanza di adottare un approccio flessibile e incentrato sul cliente, in particolare nell’ambito della consegna e dei resi. La crescente preferenza per le opzioni di consegna fuori casa e l’esigenza strategica di una gestione dei resi efficace dal punto di vista dei costi sono fondamentali per soddisfare queste esigenze in continua evoluzione” ha affermato Noelia Lazaro, Direttrice Marketing di Packlink.

(Comunicato stampa a cura di Agenzia Marco)


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