Poter contare su una propria presenza online è importante, se non fondamentale, per la costruzione di un solido personal brand o di una realtà commerciale di successo. Basti pensare che ben il 64% degli spunti per un nuovo acquisto arrivano proprio da fonti online. Essere digitalmente presenti non è però così facile o scontato, i codici comunicativi cambiano repentinamente e non è quindi semplice rimanere al passo con le innovazioni. Come fare dunque per parlare efficacemente al proprio pubblico di riferimento, che sia attraverso sito web, blog, newsletter o canali social? Serena Pretti, Head of Content di Lhub, data driven company parte di Underdogs Group, racconta tre elementi da tenere in considerazione quando si sta iniziando ad impostare la propria strategia digitale.
L’utente ha bisogno di riconoscere come genuino ciò che vede. Le immagini perfette ma senza un’identità non hanno più presa. Un modo efficace per parlare al proprio pubblico e soprattutto alla propria potenziale clientela è quello di raccontarsi con trasparenza. Anche in termini social, il profilo impeccabile, dal feed perfetto ma asettico, che tanto andava di moda qualche tempo fa, ora tende ad allontanare l’interesse. Aprire una finestra sulla quotidianità di un professionista o di un’azienda aiuta a rendere più umano un brand.
Non va mai sottovalutato il potere delle referenze, gli UGC altro non sono infatti altro che referenze digitali. Contenuti creati da persone comuni, piccoli o grandi content creator che dicono la loro in modo genuino rispetto a un prodotto o un servizio. Hanno una forza e un appeal molto forte presso il pubblico perché vengono percepiti come pareri veri, trasmessi tra utenti allo stesso livello. “Sempre più risultano efficaci strategie che includono la creazione di contenuti quanto più vicini a quella che può essere l’esperienza diretta del cliente con un servizio, o un prodotto. A volte infatti il meccanismo di riconoscimento che innesca il messaggio di un utente nostro pari è molto più forte di quello generato da un classico influencer” aggiunge Roberta Porro, Co-Founder e CEO di Fruit Salad, realtà parte di Underdogs Group che mette al centro i contenuti generati dagli utenti.
Il linguaggio maggiormente ingaggiante oggi è quello video seguito dal podcast, due mondi che spesso si incontrano fondendosi in video-podcast, in video che diventano podcast, in video-podcast che diventano contenuti veicolabili in pillole sui social. È importante però, sin dalla fase di ideazione del contenuto, prevedere l’inserimento di elementi testuali capaci di favorirne la ricercabilità. Non va mai poi sottovalutato che non è determinante la lunghezza del contenuto quando più il suo valore aggiunto. I video promozionali aziendali “patinati” non convincono più il pubblico. Sempre più l’utente si aspetta, anche dai brand, un contenuto dal valore informativo.
“Il minimo comune denominatore di una buona strategia di comunicazione è la costruzione delle giuste basi per un dialogo bilaterale e onesto nei confronti della clientela. Oggi più che mai il consumatore premia la trasparenza al di là dello schermo” conclude Serena Pretti, Head of Content di Lhub.